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Per Cicolano si intende il territorio ricadente nell'ambito dei quattro comuni di Petrella Salto, Fiamignano, Pescorocchiano, Borgorose ( già Borgocollefegato ).

Invero la divisione del Cicolano in quattro comuni, risale al 1811 e coincide con il riordino amministrativo del regno di Napoli da parte di Gioacchino Murat.

Dal 1852, data di acquisizione dello Stato Pontificio delle borgate di Offeio , e San Martino, aggregate al comune di Petrella Salto, può ritenersi che il territorio ricadente nel Cicolano sia rimasto sempre lo stesso.

Tale regione, costituendo l'estremo lembo sud-orientale della provincia di Rieti , si estende per 446,37 Kmq , pari a 16,20% della intera provincia.

Il comune territorialmente più vasto è quello di Borgorose con 148,16 Kmq , seguendo nell'ordine, Petrella Salto con 102,16 Kmq , Fiamignano con 100,70 Kmq e Pescorocchiano con 94,58 Kmq .

E' interessante la constatazione che ben il 93% del teritorio si trova ubicato sopra i 600 m. La metà , il 49,3 % addiritura del territorio stesso, è ubicato al di sopra dei 1000 m.

E' da ricordare che alcune delle montagne comprese nella regione superano i 2000 m, così la cima del Morrone sui rilievi della Duchessa ( 2266 m ) , mentre altri rilievi si avvicinano a tale quota come il monte Nuria ad esempio , con i suoi 1888 m.

Accanto ai rilievi di notevole imponenza, nel Cicolano si trovano ampi altopiani.

I quattro più importanti, tra l'altro contigui sono quelli di Cornino, di Rascino,di Campolasca, dell' Aquilente.

Per quanto concerne il clima della regione Cicolano, esso risulta vario e complesso in funzione soprattutto dell'altitudine della giacitura e della orografia.

Può ritenersi in definitiva di tipo continentale, con massima piovosità in corrispondenza dell'autunno e massima siccità nell'estate.

Certamente la creazione dell'invaso artificiale del Salto ha contribuito ad apportare modifiche apprezzabili al clima del Cicolano, soprattutto nelle zone limitrofe le precipitazioni pare siano più abbondanti e siano inferiori le escursioni termiche, nel contempo anche l'umidità assoluta e relativa hanno subito una variazione aumentativa.

Le prime citazioni sul Cicolano nei classici latini risalgono al V sec a. C. Tracce di vita umana del periodo neolitico e mura in grosse pietre squadrate dell'epoca pelasgica  testimoniano la presenza dell'uomo fin dalla preistoria, ma solo nel 494 a.C. si hanno le prime notizie sugli equi antichi abitanti della regione che vengono a contatto con la nascente repubblica romana. Dopo un susseguirsi di lotte e di razzie da ambo le parti nel 302 a. C. il console Marco Valerio conquistò la regione. Solo la parte più aspria ed impervia, la valle del Salto conservò una certa indipendenza ed i suoi abitanti furono chiamati Aequicoli; dalla corruzione di tale termine, che nel medioevo diventerà Eciculi, deriva il nome Cicolano.

In epoca Augustea insieme ai Sabini gli Aequicoli sono inclusi nella quarta regione con due municipi: Cliternia presso l'attuale Capradoso e la Rex Publica Aequicolanorum con sede principale a Nersae, presso l'attuale Nesce. Altre città importanti furono : Suna ( Torre di Taglio ), Thioria ( S. Anatolia ), un vicus nella zona di Collefegato ed un forum nei pressi dell'attuale Mercato, collegate da due vie principali : la Cecilia che , diramandosi dalla Salaria attraversava le valli del Turano e del Salto per raggiungere Amiternum e la latina o Epilatina  che , congiungendo Reate ad Alba Fucens attraversava i centri di Cliternia, Suna, Nersae, la zona di Corvaro e Thioria.

In tale aspra e poco popolata zona il cristianesimo si diffuse in epoca tarda, alla persecuzione di Decio sono legati i nomi di S. Anatolia martirizzata a Thioria e l'arrivo di quei cristiani che non " lapsi " e non " libellatici " , avevano dovuto abbandonare Roma. Fu un cristianesimo urbano che mal avrebbe sopportato le successive vicissitudini del primo periodo longobardo se parallelamente non ci fose stata la diffusione del Monachesimo che fece sorgere nelle campagne numerose celle , romitori, monasteri e pievi più o meno dipendenti dall'Episcopio reatino.

Nel VI sec. dallo studio dei documenti conservati negli archivi dei Monasteri farfense, sublacense, casarienze sappiamo che il Cicolano dipendeva dal Ducato di Spoleto e nell'ambito del gastaldato reatino.

La topografia e la toponomastica cambiano completamente e scomparse le grandi città romane si hanno nomi di piccoli insediamenti non sempre localizzabili. Gli Eciculi svolgono prevalentemente un'attività agricola , a servizio di signori residenti in Rieti o in altre città del Ducato con un progressivo impoverimento della popolazione locale che si troverà completamente indifesa di fronte alle scorrerie saracene che distruggeranno anche i monasteri di S. Paolo de Orthunis , di S. Paolo de Cocotha, di S. Pastore e di S. Leopardo di Collefegato e che contribuiranno anche qui al formarsi dell'incastellamento , di quel tornare al monte che caratterizzerà e determinerà l'attuale struttura del Cicolano. Tale situazione topografica è documentata nelle Bolle papali di Anastasio IV (1153) e Lucio III ( 1182) dove dall'elenco delle pievi , delle chiese e dei monasteri della diocesi reatina, si ricava la pianta toponomastica dei centri abitati medioevali.

La viabilità ed i traffici , caduta in disuso la romana via Cecilia, si svilupparono sulla direttrice che collega Rieti al lago del Fucino attraversando i centri di Capradosso ( la romana Cliternia) , Mercata ( Forum ), Torre di Taglio ( Suna ), Petrignano, Castelmenardo, Collefegato, Corvaro e Torano. Per tale via passarono anche gli eserciti Svevi ed Angioini determinando le alterne fortune della nascente nobiltà locale. Alla fine del XII secolo il Cicolano esce dall'influenza reatina ad opera dei Normanni l'unico legame resterà con la Curia.

Dal catalogo dei Baroni risalente a Ruggiero si nota come il Cicolano viene diviso fra tanti signori ; su tutti emerge la famiglia Mareri padrona di numerosi castelli per diversi secoli e a tale nome è legata la prima diffusione del francescanesimo nella vallata. Nel 1228 la giovane Baronessa Filippa Mareri seguace di S. Francesco ricevuta in dono dal fratello Tommaso la chiesa di S. Pietro de Molito e Casardita vi si rifugia con le consorelle dando vita al primo monastero francescano femminile nel Regno delle due Sicilie.

L'eredità spirituale di S. Filippa vive ancora nella vallata dove il monastero da lei formato è ancora oggi centro di vita spirituale e culturale.

 Al XIII sec. risalgono i famosi statuti del Cicolano che ci descrivono gli aspetti economici della vita dei suoi abitanti e delle famiglie che da allora , con alterne fortune si susseguirono nel dominio della regione nell'ambito del regno di Napoli.

Ai Mareri successero i Colonna i Savelli ed i Cesarini; proprio sotto il dominio dei Colonna si svolse nella stupenda rocca di Petrella il dramma di Beatrice Cenci.

Nel 1650 quasi tutta la vallata passa sotto il dominio dei Barberini con il  nome di " stato di Cicoli " e vi resterà fino a tutto il XVIII secolo.

Nel periodo napoleonico il Cicoloano resta ancora nel Regno Napoletano e le circostrizioni amministrative sono ridotte per numero e si delineano i quattro comuni che vivono ancora. Petrella di Cicoli , Pescorocchiano, Borgocollefegato ( Borgorose ) e Mercato ( comprendente Fiamignano attuale capoluogo del comune) e con la restaurazione fa parte del secondo Abruzzo Ulteriore del distretto di Cittaducale.

Nel settembre del 1860 i quattro comuni aderiscono al Regno d' Italia, ma nell'ottobre si ha una sollevazione generale di tutti coloro che auspicano il ritorno dei Borbonici. Sembrava un fuoco di paglia ma in realtà dovette intervenire l'esercito regio e la guardia nazionale di città vicine per poter ristabilire l'ordine. Solo nell'estate dell'anno successivo fu placata la sommossa, ma restarono odii e vendette che alimentarono il triste fenomeno del brigantaggio che per circa un decennio continuerà ad insanguinare il Cicolano.

Nel 1926 venne costituita la provincia sabina e dopo circa otto secoli il Cicolano ritorna nella sfera amministrativa della vicina Rieti; la coesistenza con l'abruzzo ha fortemente influenzato la cultura , l'arte e le tradizioni popolari delle quali si trovano esempi tipici in tutta l'Italia meridionale ed insulare.

Nel 1940 viene completata la diga che con lo sbarramento del fiume Salto darà origine al lago che prende il nome dal villagio di Borgo S. Pietro sommerso dalle acque. Il nuovo paese ed il Santuario di Santa Filippa verrà interamente ricostruito sulle rive del lago ed il Cicolano si arricchisce di questo nuovo patrimonio che arrecherà notevole sviluppo al turismo locale già ricco di notevoli beni culturali, quali la rocca di Petrella Salto, il già ricordato museo del monastero di Borgo S., Pietro , i reperti archeologici di epoca romana di Nece, di Cliternia , nella zona di Borgorose dove è ancora visibile la stupenda chiesa romanica di influenza abruzzese di S. Leopardo, i terrazzamenti in opera poligonale e quadrata di Corvaro e le numerose tradizioni popolari.

Il futuro del Cicolano oggi confida sulla superstrada che, ripercorrendo la direttrice medioevale Rieti- Lago del Fucino porterà nuovo flusso turistico e nuovi insediamenti che si auspica non deteriorino questa stupenda regione così piena di storia di beni tradizionali ed ambientali